Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Gesù Cristo (Fil 2,5)
Noi, ordinati del 2012, in occasione del nostro decimo anniversario di ordinazione diaconale abbiamo pensato quale fosse il modo migliore per rendere grazie al Signore per questo grande dono.
I miei confratelli mi hanno invitato a pensare e proporre come poter rendere attuale e concreto questo nostro “rendere grazie”.
Ricordando il motto che avevamo scelto, “Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Gesù Cristo” (Fil 2,5) mi sono chiesto quali realmente fossero questi sentimenti, e cosa avessimo imparato da Gesù in questi dieci anni di servizio diaconale.
Ho scoperto che avere gli stessi sentimenti di Gesù voleva dire mettersi dalla parte degli ultimi, dei più deboli, di quelli che la società, chiama “scarti”, come dice Papa Francesco.
Forte di questa riflessione condivisa con mia moglie Piera, ho pensato che il modo migliore per “avere gli stessi sentimenti di Gesù” fosse quello di dedicare questa giornata del decimo anniversario al servizio degli altri.
Non noi al centro della festa, ma gli ultimi.
La mia proposta è stata benevolmente accolta dai miei confratelli e abbiamo deciso di trovarci presso il Refettorio Ambrosiano, prima per un confronto sincero su quanto in noi aveva seminato il Signore e per verificare se, come ci ricordava il Card. Scola, nell’omelia dell’ordinazione, eravamo veramente stati buoni co-operatori del «suo disegno di salvezza», perché solo Lui, il Signore, può salvare gli uomini.
Grati dell’ospitalità di don Pino, parroco della chiesa di San Martino in Greco, in una saletta dell’adiacente oratorio, in compagnia del rettore don Giuseppe Como e di Mons. Luca Bressan nostro rettore nel cammino di formazione, ci siamo confrontati su quelle che in questi dieci anni sono state le nostre esperienze, gioie, difficoltà e anche qualche amarezza vissuta nell’adempimento del nostro ministero diaconale nelle realtà che in cui eravamo stati inviati.
Subito dopo l’incontro ci siamo recati al Refettorio dove abbiamo apparecchiato e poi servito la cena agli ospiti, che in quella serata erano circa una settantina.
Tutti noi diaconi presenti, con don Giuseppe e le due mogli, Carmen e Piera, abbiamo con gioia cercato di fare questo servizio con quello spirito di accoglienza e con il sorriso sulle labbra consapevoli che “Vivere per dono“ è quel di più che ti fa sentire parte di una umanità e di una Chiesa che se parte dagli ultimi diventa credibile e veramente incarna gli stessi sentimenti di Gesù Cristo. La curiosità degli ospiti nel vedere facce nuove è stata prontamente soddisfatta da alcuni volontari che hanno spiegato il perché della nostra presenza.
L’esperienza di quella sera ci ha permesso di scoprire, se ce ne fosse stato bisogno, quanta povertà esiste anche nelle nostre città, quante persone vivono in condizioni di precarietà. Per noi è stata solo una serata, bella e intensa, ma abbiamo visto anche quanta gente di buona volontà dona con regolarità parte del suo tempo per gli altri e tutto questo sempre con il sorriso sulle labbra.
Anche noi alla fine abbiamo condiviso la cena con i volontari del Refettorio e in un clima di vera fratellanza, scoprendo quanta gente presta gratuitamente e nel nascondimento la sua opera a favore dei più svantaggiati.
Avremmo potuto celebrare una messa di ringraziamento ma abbiamo preferito imitare il Maestro che “deposte le vesti prese un asciugamano…“ (Gv13,3-4) .
Piera e Cristoforo Biffi
29 settembre 2022