Meditazione guidata da Sua Ecc.za
Mons. Pierantonio Tremolada
Mons. Pierantonio ha, innanzitutto, espresso la propria felicità e gratitudine nel rivivere il Ritiro di Quaresima con il corpo diaconale ambrosiano: l’incoraggiante realtà di un gran numero di diaconi con le loro mogli riuniti per assaporare la profondità dell’evento pasquale che celebreremo tra poche settimane.
Il tema scelto è il ricordare: il credente è colui che ricorda. In particolare Mons. Pierantonio ha articolato la meditazione secondo i seguenti aspetti:
- Qual è l’oggetto del ricordare.
- Quali sono gli ostacoli al ricordare.
- Come il credente ricorda.
La meditazione ha avuto avvio con il brano descritto dal Vangelo di Luca sui rinnegamenti dell’Apostolo Pietro (Luca 22,54-62). Si tratta della narrazione dell’atto di Cristo condotto nella casa del sommo sacerdote. Pietro seduto nel cortile venne riconosciuto da alcuni presenti e, interrogato, negò di conoscere Gesù. Il gallo cantò, il Signore voltatosi, guardò Pietro ed egli si ricordò delle parole pronunciate da Cristo: espressioni comunicate solo poche ora prima e già dimenticate dall’Apostolo. Un pò superficialmente, siamo stati abituati a ritenere che il comportamento di Pietro fosse stato causato dalla paura. Eppure nel cortile l’Apostolo volle rimanere, non scappò via. Egli era legato da profondo affetto a Gesù. Pietro mostrò, in realtà, smarrimento, senso di disorientamento.
Lo sguardo di Cristo rivolto a Pietro entrò nel cuore dell’Apostolo ed egli ricordò la propria relazione con il Signore.
L’atto di ricordare coinvolge il cor, cordis ossia il cuore, il centro vitale più intimo della propria memoria, degli affetti, del coinvolgimento personale. Pietro ricordò, quindi, le parole che il Signore gli disse “Prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte”. E Pietro, uscito, pianse amaramente.
Per il credente, l’oggetto del ricordare è specificatamente la relazione vitale con il Signore, è il coinvolgimento di amore con Cristo.
Mons. Pierantonio ha evidenziato come nell’Antico Testamento il tema del ricordo pieno di amore è riferito nel Salmo 137 (136) BJ “Sui fiumi di Babilonia, là sedevamo piangendo al ricordo di Sion. Se ti dimentico Gerusalemme si paralizzi la mia destra, se lascio cadere il tuo ricordo, se non metto Gerusalemme al di sopra di ogni mia gioia”.
Ecco il legame vitale: il ricordo del luogo della relazione con il Dio vivente quale principio e fondamento della gioia personale.
Il libro del Siracide presenta il discorso della Sapienza e dell’Alleanza di JHWH con il popolo di Israele. “Il Signore disse: fissa la tenda in Giacobbe e prendi in eredità Israele. Il ricordo della sapienza è più dolce del miele, il possedermi è più dolce del favo del miele” (Siracide 24,18).
Nel libro del profeta Isaia si mostra il rapporto tra il ricordo e il desiderio: “Nella via dei tuoi giudizi, Signore, noi speriamo in te; al tuo nome e al tuo ricordo si volge tutto il nostro desiderio” (Isaia 26, 8).
Nel libro del Deuteronomio: “Per tutto il tempo della tua vita tu ti ricorderai il giorno in cui sei uscito dal paese d’Egitto” (Deuteronomio 16,3).
Il profeta Osea si esprime con queste parole: “La attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore” (Osea 2,16).
Il Vangelo di Giovanni riferisce la lavanda dei piedi: “Venne dunque da Pietro e questi gli disse: Signore tu lavi i piedi a me? Rispose Gesù: Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo” (Giovanni 13, 6-7). Quindi il ricordo dell’atto compiuto dal Signore permette la comprensione autentica del mistero di Cristo.
Quali sono gli ostacoli al ricordare?
Le difficoltà non sono rappresentate dal naturale scorrere del tempo, bensì dalle modalità con le quali il credente vive la dimensione temporale. Si pensi, infatti, alla ricchezza dell’anno liturgico, dell’alternarsi dei tempi forti e dei tempi ordinari, per vivere in modo unitario il mistero di Cristo e della Chiesa.
Gli ostacoli veri al ricordare sono costituiti dalla dissipazione del cuore, dall’affanno, dall’attaccamento ai beni con avidità. È ciò che Papa Francesco sottolinea con il termine mondanità. È la difficoltà che è costituita dal vivere con distrazione e superficialità.
Il Vangelo di Matteo mostra che “il seme gettato tra le spine è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e l’inganno della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto” (Matteo 13,22).
Il tempo presente viene definito, dai sociologi, liquido: tutto viene assaggiato in fretta e superficialmente.
Oggigiorno, la fruizione dei servizi, l’utilizzo dei cellulari e del telecomando sono spesso frenetici. Perciò in evidente contrasto con l’atto del ricordare.
Come il credente ricorda?
I contenuti del ricordo sono Gesù, le sue parole e i suoi gesti, la sua iniziativa di amore verso ciascuna persona. L’atto del ricordare, perciò, richiama il credente all’essenzialità dell’ascolto orante della Parola di Dio, l’invito a vivere immersi nel costante ricordo del Signore, a crescere nell’affetto e nella gratitudine verso Cristo.
E’ l’indicazione ad esercitarsi nella composizione di luogo per cercare di rivivere le azioni di Gesù, le relazioni con le persone che ha incontrato nella sua vita terrena.
L’Apostolo Paolo indica le vere esigenze della vita cristiana personale e di comunità: “state sempre lieti, pregate incessantemente, in ogni cosa rendete grazie, questa è infatti la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi” (1 Tessalonicesi 5,16-18). E’ l’invito a celebrare la Liturgia delle Ore con lo stile eucaristico, con rendimento di grazie, e con gesti concreti di carità fraterna.
La meditazione sviluppata da Mons. Pierantonio ha davvero aiutato ciascun diacono e le mogli a vivere con maggiore consapevolezza il significato del tempo quaresimale, la preziosità del fermarsi a contemplare il Signore.
Diacono Piero Meroni
Ritiro di Quaresima del 19 marzo 2017