Ordinazioni diaconali 2023

Ordinazioni diaconali 04 novembre 2023 – Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo 

Perché possiate comportarvi in maniera degna del Signore

 

  1. Io, io!

“Io, io”, pensa e dice Davide. “Io sono il re, io ho sconfitto i miei nemici, io ho stabilito un regno che si merita il rispetto dei potenti della terra, io ho costruito la città, io, io, io. Perciò adesso che ho pensato al popolo, all’esercito, alle mura e ai confini, adesso devo pensare anche a Dio, costruire una casa degna di Dio”

“Io, io”, pensano e dicono l’uomo e la donna del nostro tempo: “Io ho fatto, io ho detto, io penso, io sono libero, io decido del bene e del male, io ho diritto, io protesto, io mi conquisto visibilità, io voglio che tu sia mia, io pretendo, io mi procuro quello che mi serve, quello che mi piace. Perciò adesso devo pensare anche a Dio, per decidere se esista o non esista, se mi devo dichiarare credente o agnostico, come sarebbe più politicamente corretto”.

  1. Ma il profeta …

Questa enfasi del pronome personale è sostenuta ostinatamente da uomini e donne del nostro tempo, ma è diventato un “io” debole, spaventato, confuso, ferito. Continua però a dire “io, io”.

Il profeta però riconduce il re alle giuste misure e gli ricorda che ogni sua gloriosa impresa è grazia di Dio, gli ricorda il limite inesorabile della morte che incombe, quanto  tu dormirai  con i tuoi padri il Signore continuerà a operare per dare compimento alle sue promesse.

La presunzione ottusa dell’io ingigantito è chiamata a conversione dalla rivelazione della regalità di Gesù: la potenza, la gloria, il regno appartengono al Signore Gesù, e avranno la forma di Gesù. Gesù inaugura in modo paradossale il suo regno che non è di questo mondo e risulta sconcertante per Pilato e per i potenti del mondo.

  1. Vivere nello stupore, nella gratitudine, nella confermazione.

Coloro che seguono Gesù e lo riconoscono come l’unico testimone della verità, cioè del senso e della luce che illumina tutte le cose, sono chiamati a vivere nello stupore e nella gratitudine, contemplando con Paolo: lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore, per mezzo del quale abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati (Col 1,14).

Lo stupore e la gratitudine sono principio di conformazione: la luce che si irradia da Gesù rende  i  discepoli  luce  del  mondo,  la  vita  che  Gesù  vive  rende  vivi  coloro  che  dimorano  in  lui.   La vita prende la forma della/gloria.

Riusciremo a comportarci in maniera degna del Signore? 

L’impresa sembra troppo superiore alle possibilità umane.

Pe renderla praticabile Paolo non cessa di pregare e di chiedere per i cristiani la piena’ conoscenza della sua volontà, con ogni sapienza e intelligenza spirituale. Dunque c’è la via della preghiera, dell’insegnamento, dell’istruzione.

4.Lo “stile regale” del servire: la missione dei diaconi.

Per rendere praticabile la via di Gesù il Signore suscita nella sua Chiesa uomini che sono consacrati per richiamare continuamente la Chiesa a non smarrire la strada, a non perdersi nelle tenebre del mondo, a non confondersi nella confusione del mondo.

I diaconi sono chiamati e consacrati per questo scopo particolare: tenere vivo il servizio, il servire come con quello che potremmo chiamare lo “stile regale del servire” sia per quanto riguarda i rapporti entro il clero, entro le comunità cristiana sia per quanto riguarda la missione della Chiesa nel mondo.

L’immagine che hanno scelto invita a guardare a Maria che si alzò e andò in fretta alla casa di Elisabetta a riconoscere il segno che “nulla è impossibile a Dio”. La scena della visitazione è spesso intesa come la premura di servire e questo sia anche il programma di vita dei diaconi ordinati oggi e di tutti i diaconi.

Noi ci uniamo alla preghiera di Paolo che insiste nell’invocare non particolari prestazioni e ruoli di servizio, ma lo stile regale del servizio, lo stile di Cristo re. Un comportamento degno del Signore. Lo stile regale del servizio in coerenza con la regalità di Gesù comporta un crescere nella conoscenza di Dio, resi forti di ogni fortezza secondo la potenza della sua gloria, per essere perseveranti e magnanimi in tutto capaci di riconoscenza, di gioia, di condivisione della sorte dei santi nella luce.

S.Ecc.za Mons. Mario Delpini

Arcivescovo di Milano