Il 20 ottobre 2020 si compiranno (o si sono compiuti) trent’anni dalla prima ordinazione di diaconi permanenti nella diocesi di Milano. Eravamo in cinque e tra loro anch’io, eppure… i tre anni precedenti (dal 1987 al 1990) dedicati alla preparazione prossima sembravano non passare mai, almeno per noi! I superiori, in particolare il rettore don Emilio Ferrario di venerata memoria, ci esortava a non aver fretta: quasi alla fine del 1988 il Lettorato, ciascuno nella propria parrocchia; nel 1989 l’Accolitato a Saronno con mons. Renato Corti e finalmente è arrivato il 20 ottobre 1990, vigilia della Dedicazione della Chiesa Cattedrale, data scelta dall’arcivescovo. Nessun tableau evidentemente, data la novità del fatto, immaginette e libretto preparati da noi e quest’ultimo di buon comando, come si suol dire. C’è da dire che i mezzi di comunicazione, stampa e televisione, si sono occupati di noi, visto che eravamo i primi a Milano, diocesi seconda in Lombardia (dopo Brescia) e preceduta da molte altre in Italia, comunque decisione attesa quella ambrosiana e vista come importante. Mons. Corti l’anno precedente ci aveva detto che non saremmo rimasti nella nostra parrocchia, così è stato, scelta positiva a posteriori. L’”avventura” cominciava e intanto altri due gruppi avevano iniziato il cammino, cosa che ci vedeva contenti. Nel 1993, una sera a Venegono, don Emilio ci comunicava che avrebbe lasciato l’incarico per affidarci a don Giorgio Riva, rettore del quadriennio teologico. Ricordo bene le sue parole, chiare per chi l’ha conosciuto da vicino: – Passate da un bulldozer tedesco a un tosaerba giapponese! – Il cammino era segnato: dopo i quattro anni di don Riva, ecco don Pierantonio Tremolada, nostra guida per dieci anni, ora vescovo di Brescia, poi don Luca Bressan e infine don Giuseppe Como, “felicemente regnante”. Trent’anni dunque! 172 ordinazioni, compresi i confratelli che sono già tornati alla casa del Padre. Abbiamo imparato strada facendo, disponibili al confronto e insieme ai responsabili siamo sempre stati accanto alle “nuove leve”, sensibili ai cambiamenti avvenuti in questi tre decenni. Punti fermi: la conoscenza e l’approfondimento della Parola, l’aspetto di sussidiarietà del nostro ministero e l’impegno a uscire per incontrare tutti. Le nostre mogli, che già si conoscevano durante la preparazione, sono sempre state in contatto tra di loro e vicino a noi con equilibrio e saggezza. Quest’anno la pandemia, se da una parte ci ha un po’ “distaccati” fisicamente, in realtà ci ha consentito di riflettere seriamente e di capire meglio che nessuno di noi è un battitore libero, ma membro effettivo del collegio diaconale e soprattutto di tutto il clero ambrosiano, con lo sguardo aperto all’Italia e al mondo. Portiamo nella mente e nel cuore le parole finali dell’omelia del card. Martini quel giorno di trent’anni fa. “Voi siete appunto al servizio di questa pace, di questa chiesa, di questa unità, di questa comunione, di questa carità, di questa comunicazione, che vogliamo far risplendere, in particolare nei programmi pastorali di questo biennio, nella realtà della nostra chiesa locale. Voi siete coloro a cui questa realtà viene oggi affidata, perché, insieme con tutti noi, la portiate davanti al Crocifisso, davanti al Cristo glorioso, di fronte alla Vergine Maria, per la pienezza della gioia di questa comunità.”
Andrea Spinelli e i diaconi 1990
Ricordiamo anche Abramo Garavaglia, diacono 1990, tornato alla Casa del Padre nel 2003.