Nel segno di Arialdo

Sabato 21 giugno, qualche giorno prima della ricorrenza liturgica di Sant’Arialdo (27/6), un nutrito gruppo di diaconi della nostra diocesi si è ritrovato a Cucciago, luogo di nascita del Santo.

Non è la prima volta, perché ormai da parecchi anni vigeva la tradizione di dei diaconi, soprattutto di Zona V, di festeggiare il diacono Arialdo.  In verità questa tradizione si stava un po’ logorando e il numero dei diaconi presenti stava diventando “simbolico”.

Quest’anno però si è voluto rilanciare l’iniziativa estendendo l’invito a tutti i diaconi della Diocesi di Milano.

Il santuario della Madonna della Neve che domina Cucciago e custodisce la memoria del Santo ha visto la presenza di una quarantina di diaconi con la stola rossa, circondati dalle mogli e dai fedeli per la solenne Celebrazione Eucaristica presieduta da mons. Michele Elli, V.E. della Zona V, e concelebrata dal nostro Rettore don Filippo, da don Claudio, prossimo parroco di Cucciago e da don Alberto, parroco della CP san Paolo della Serenza.

Dopo la Celebrazione si è svolto un interessante incontro sulla figura di S.Arialdo e sul movimento della Pataria, che ebbe il diacono di Cucciago come promotore e animatore.

Il prof. Alessandro Ghisalberti, docente emerito dell’Università Cattolica, ha disegnato nel suo intervento il quadro di insieme dell’epoca di S. Arialdo (XI sec.), descrivendo in breve quello che ha definito un secolo “tra i più difficili”, a partire dal fatidico “anno mille” con il Papa Silvestro II…

Una serie di nomi sono emersi dalla notte dei secoli (San Pier Damiani, Sant’Anselmo d’Aosta, Anselmo da Baggio, l’imperatore Ottone III), grandi protagonisti di anni complessi ma pieni di fermento e di fede. In particolare, ci ha ricordato Ghisalberti, il grande problema che angustiava la Chiesa era quello della cosiddetta “Lotta per le investiture”, strettamente correlata alla cosiddetta “simonia”, ovvero nell’acquisto di vantaggi e posizioni ecclesiali.

Arialdo, strenuo difensore della purezza del clero che vede come luce delle genti, guida per portare ognuno alla salvezza eterna, dedica la propria vita e ogni risorsa a favorire uno stile di vita di sacerdoti e diaconi che non si confonda con la vita dei laici, da lui considerati appartenenti all’ordine dei coniugati. Dunque, coerente con la sua idea di un clero separato dalla vita mondana, spinge il movimento della Pataria a combattere i sacerdoti uxorati, provocando uno scontro sociale che avrà eventi drammatici e che si protrarrà per oltre un decennio. Nel contempo, Arialdo entra in stretto contatto con la Curia romana e con Stefano IX, che è impegnato a estendere l’autorità pontificia su tutte le Diocesi e a contrastare il diritto alle investiture dell’imperatore del Sacro romano impero. Il diacono si unisce a questa lotta, spostando l’azione della Pataria contro la simonia.

Arialdo, che pagherà con la vita la fedeltà ai suoi ideali, si inserisce così a pieno titolo in quella serie di grandi e turbolenti eventi che caratterizzano il secolo XI e che, nei decenni successivi, contribuiranno a trasformare il volto della Chiesa caratterizzandolo per i secoli successivi.

L’incontro, molto apprezzato dai presenti, è stimolo a immaginare come si possa trasformarlo in evento fisso che consenta ai diaconi ambrosiani di riflettere sul proprio ministero.                                                                                                                                                                                                       diacono Pietro Longoni