Ricordo del diacono Lucio Antonelli

Nei giorni scorsi è mancato il diacono Lucio Antonelli, ecco l’omelia di Sua Eccellenza Mons. Pierantonio Tremolada:

Nella speranza accesa in noi dalla morte e resurrezione del Signore Gesù, diamo oggi l’ultimo saluto a Lucio, nostro fratello nella fede e diacono di questa Chiesa ambrosiana. Il nostro è davvero un saluto. Non è un addio mesto. Celebrando le esequie cristiane noi non ci congediamo da quanti non sono più visibilmente tra noi, ma ci diamo appuntamento con loro nella casa del Padre. Finisce infatti il loro cammino terreno ma non la loro vita: essi sono nella pace, perché sono vivi in Dio.

È la stessa Parola del Signore ad offrici il fondamento certo della nostra speranza. Abbiamo sentito proclamare nelle letture il racconto della Passione e Resurrezione del Signore, come la liturgia prevede in occasione delle esequie di un ministro ordinato: vescovo, presbitero o diacono. Abbiamo sentito narrare l’istituzione dell’Eucaristia nell’ultima cena di Gesù, la sua straziante morte sul calvario, l’esperienza straordinaria dell’incontro dei discepoli con lui vivo e vittorioso.

È in questo orizzonte luminoso, dischiuso dall’amore di Cristo, che noi guardiamo serenamente al futuro dei nostri defunti. La promessa di Gesù è chiara e corrisponde alla preghiera rivolta al Padre prima della sua passione: “Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria” (Gv 17,24).

Nella luce amabile di questo stesso orizzonte pasquale noi guardiamo però anche al passato dei fratelli che salutiamo per l’ultima volta. Lo facciamo con gratitudine per la testimonianza che ci lasciano e con commozione per l’affetto che a loro ci ha unito. Ed è sempre la Parola del Signore che ci aiuta a dare a questi sinceri sentimenti tutto il loro valore. Questa parola infatti ispira il cuore e orienta lo sguardo, consentendo di riconoscere quanto di più prezioso essi ci consegnano e custodendolo come un dolce ricordo.

Se guardiamo la vita di Lucio a partire dall’offerta di Gesù nella sua Passione, veniamo come invitati e ricercarvi i segni di un amore sincero per il Signore e per gli altri. Non fatichiamo a farlo. Il suo affetto di sposo e di padre ne è stata la prima preziosa testimonianza: affetto per la moglie Eugenia e i per i suoi figli.

Il suo diaconato va letto interamente in questa prospettiva.”Io sono in mezzo a voi come colui che serve” – dice il Signore ai suoi nell’ultima cena. Uno stile di vita che ha assunto nella vita di Lucio una forma del tutto particolare a partire dal momento in cui ha scoperto con entusiasmo la sua vocazione diaconale. Il suo servizio, che negli anni del ministero si è espresso nelle forme più varie e non scontate, ha sempre mostrato due caratteristiche che mi piace ricordare e che ne tratteggiano bene la personalità: l’esuberanza e la generosità. Creativo e fantasioso, era sempre pronto a immaginare qualcosa di nuovo, tanto che a volte ci si ritrovava impreparati di fronte alla sua vivace energia: lo spingeva il desiderio di far sentire a tutti la forza del Vangelo e la vicinanza della Chiesa. E insieme risultava evidente la sua generosità, la sua attenzione ai bisogni degli altri, la sua sollecita intraprendenza, la sua delicata sensibilità nei confronti di tutti, in particolare dei suoi confratelli diaconi.

E quando le circostanze della vita lo obbligarono a ridimensionare la sua prorompente vitalità, nella malattia di questi ultimi tempi, il suo servizio prese sempre più la forma della pura offerta. Diventarono per lui singolarmente vere le parole rivolte dal Signore ai suoi discepoli sempre nell’ultima cena: “Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove”. Entrò con il suo Signore nel buio che avvolse il calvario, vivendo con lui l’esperienza dell’abbandono totale al Padre.

Di quel Signore che ha sinceramente amato e che ha generosamente servito, ora Lucio può contemplare il volto amabile.

E tu, o Padre, accogli nella tua pace questo tuo figlio e nostro fratello, che nella fede è stato sposo, padre e diacono della tua Chiesa. Fa’ che per lui si compia la grande promessa di Cristo e possa gustare in eterno la gioia riservata ai generosi servitori del Vangelo.

+ Pierantonio Tremolada

Milano, 16 gennaio 2017