Ordinazioni Diaconali 2021

Ordinazioni diaconali – Vigiliare Cristo Re – Celebrazione Eucaristica – omelia di Sua Eccellenza Mons. Mario Delpini

 

L’altro invece …

              Non è un personaggio illustre, non se ne conosce il nome. Non è un personaggio per bene: è un malfattore. Non è in una posizione comoda: è appeso alla croce e stremato dalle torture e dallo spasimo. Non sappiamo niente di lui: sappiamo che è “l’altro”.

È “l’altro”, è un uomo che reagisce al contesto ostile che sta intorno a Gesù. È l’altro: mentre i soldati lo deridono e il delinquente crocifisso con lui lo insulta, l’altro è ispirato dal timor di Dio, l’altro riconosce di scontare una pena giusta per il male compiuto, l’altro riconosce in Gesù il giusto ingiustamente condannato, mentre l’uno bestemmia, lui, l’altro, prega.

Lui è l’altro: mentre i soldati ritengono il titolo di re dei Giudei un titolo ridicolo per un condannato alla pena degli schiavi, “l’altro” riconosce che la regalità di Gesù è la potenza di salvare dalla morte.

Così sono i discepoli di Gesù: si identificano con “l’altro”. Per questo voi, che sarete ordinati diaconi, vi siete fatti avanti e vi siete dichiarati disponibili per essere “l’altro”. Per questo la vostra ordinazione avviene in questa celebrazione della regalità di Gesù ed è una grazia e un messaggio per tutta la nostra Chiesa diocesana: custodire l’originalità del buon ladrone, essere l’alternativa, pagare il prezzo di una storia nuova.

  1. L’originalità del diacono.

Il diacono è quell’uomo che si fa voce e segno del popolo dei credenti. Si unisce a ogni lingua e si piega come ogni ginocchio per proclamare la regalità Gesù: “Gesù Cristo è Signore!”, a gloria di Dio Padre.

Tutto il popolo dei credenti contempla e riconosce la gloria originale di colui che si è umiliato, il diacono deve essere anche voce, parola, messaggio che proprio questa è la via della gloria: la via dell’umiliazione.

L’originalità comporta sempre anche una solitudine: mentre sembra che la logica del mondo suggerisca di cercare il potere, chi segue Gesù è piuttosto alla ricerca del servire; mentre la logica del mondo ha bisogno di riconoscimento, di ruoli ben definiti, di scatti di carriera, di applausi e di apprezzamenti, chi segue Gesù si conforma ai sentimenti di Gesù e ritiene un onore servire, un motivo di gloria l’essere umiliato e deriso, come è stato umiliato e deriso il Signore Gesù.

L’originalità del diacono si esprime nel riconoscere che proprio così si rende presente la gloria di Dio nella storia degli uomini, con l’umiliazione di Gesù fino alla morte e alla morte di croce.

  1. Il diacono incaricato di un messaggio per la Chiesa.

L’originalità del diacono non è il fatto clamoroso, il discorso entusiasmante, ma la missione di custodire lo spirito del servire nella Chiesa. Come i servi al banchetto di Cana di Galilea, i diaconi raccolgono l’indicazione di Maria: “qualsiasi cosa vi dica, fatela!”(Gv 2,5).

In questo sono originali: mentre la tentazione è quella di farsi servire, loro servono, mentre la tentazione è quella di avere un ambito di potere personale loro si sentono insieme a condividere la missione della Chiesa, più attenti al compito di dare speranza che a se stessi e alla propria gratificazione.

  1. La regalità di Gesù: introdurre nel paradiso.

I diaconi proclamano che Gesù è il Signore: la sua potenza non è l’esibizione di un potere. Piuttosto Gesù è Signore perché può dire con verità all’altro crocifisso: “sarai con me nel Paradiso”. Gesù nel momento estremo parla di un altrove, parla di un’altra terra e un’altra condizione. Il diacono, come ogni credente accoglie la promessa di Gesù e diventa uomo per la speranza. Riconosce in Gesù colui che ha vinto la morte e dà speranza di risurrezione. Nel contesto di una umanità rassegnata, disperata, confusa, il diacono ha una promessa di offrire: chi invoca Gesù è introdotto in paradiso. Nella gioia perfetta e senza fine.

  1. La regalità di Gesù: la mitezza.

Gesù e i suoi discepoli introducono nella storia uno stile nuovo che si può chiamare la mitezza: non gridano, non rivendicano, non pretendono. Sono lieti di servire, di essere benevoli, pazienti, misericordiosi.

In un contesto in cui si riconoscono i segni di arrivismo, i discepoli non vogliono arrivare da nessuna parte, solo essere amabili, benevoli, servizievoli.

I diaconi assumono lo stile di Gesù.

Milano Duomo – 6 novembre 2021