L’ultimo saluto al diacono Giovanni Visconti

Il diacono Giovanni Visconti, ordinato nel 1999, è tornato alla casa del Padre. Lo ricordiamo per la sua bontà e il suo servizio fedele alla parrocchia e al decanato.

 

Omelia delle esequie

Chi è più grande: chi sta a tavola o chi serve?

Non è forse colui che sta a tavola?

Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve!

Fate questo, in memoria di me.

In queste tue parole, Signore, sta la sostanza della vita di un cristiano: essere indispensabile memoria di Te per gli uomini, facendosi loro servo.
In questa eucaristia vogliamo ringraziarti, Signore, perché possiamo mandarti uno di noi che queste parole e questo compito ha preso sul serio e ha svolto, con fedeltà e umiltà, nelle due dimensioni della sua vila: la famiglia e il diaconato.
Sempre dobbiamo domandarci perché il Signore mette sulla nostra strada certe persone e non altre:
consapevoli che le nostre esistenze sono interpellate dal Signore soprattutto attraverso le persone che ci mette accanto. Attraverso le persone il Signore interviene nella nostra storia.
Ci dobbiamo dunque domandare, quando qualcuna di esse scompare dalle nostre relazioni quotidiane: cosa il Signore ha voluto dirmi proprio attraverso la loro presenza?
E’ questa una riflessione sempre molto personale e vi posso quindi dire solo cose che in questi giorni ho pensato io, lasciando a ciascuno il compito di fare altrettanto.
Grazie Signore per avermi fatto incontrare un uomo che ha voluto bene alla tua Chiesa, perché la sentiva come casa propria: nato in essa, cresciuto in essa, coinvolto nella sua vicenda. Che questa passione per la chiesa, per la concreta comunità in cui viveva, si esprimesse nella disponibilità a servizio dei sacerdoti (parroci o coadiutori) che si avvicendavano in essa, o nel riordino accurato e competente di un archivio, o nella quotidiana preghiera della Messa o della Liturgia delie Ore, o nello scrivere la storia delle sue chiese, o nella passione per il restauro della Basilica, o nella semplicità di un rosario sulla strada del cimitero, o nella convinta dedizione a costruire il Decanato dalle nostre sparse e ancora troppo divise parrocchie, poco importa. Giovanni ha voluto bene alla Tua Chiesa, Signore, quella concreta che vive in questo paese e in questo territorio!
Questa passione vissuta per la tua Chiesa e per la sua capacità di renderti testimonianza donala anche a noi, Signore.
Grazie, Signore, per avermi fatto incontrare un uomo che ha voluto bene al suo paese, perché lo sentiva come casa propria: nato in esso, cresciuto in esso, coinvolto nella sua vicenda. Che questa passione per il suo paese si esprimesse col ricostruirne accuratamente la storia e le vicende passate, o con la meticolosa attenzione a radunarne ogni anno per il Te Deum le associazioni e i gruppi che lo animano e ne formano il tessuto vitale, o con la premura con cui ad ogni elezione mi portava i risultati perché pregassi per i nuovi amministratori, o col condividere l’accoglienza dei bambini bielorussi o con l’aggiornarmi sulle innumerevoli parentele del paese, poco importa. Giovanni ha voluto bene a Cuggiono, alla sua gente e alla sua vicenda. Questa passione vissuta per il paese in cui viviamo, per la comunità che in molti modi plasma le nostre vite e la loro qualità, donala anche a noi, Signore.
Grazie, Signore, per avermi fatto incontrare un uomo che voluto bene a Te, perché Tu eri, e sei ora, la sua vera casa: nato in te, cresciuto in Te, coinvolto nella Tua vicenda e speriamo ora nella Tua gloria. Che questa passione per Te si esprimesse nel silenzio della preghiera individuale, o nella solennità delle celebrazioni liturgiche, o nel lungo studio della tua parola che l’ha preparato al diaconato, o nel continuo aggiornamento teologico su libri e riviste, o nell’interrogarsi continuo sulla sorte del tuo vangelo nella temperie culturale in cui viviamo, o nell’abbandono faticoso e insieme fiducioso a questa ultima prova cui l’hai sottoposto (“Sem in di man dul Signur” sono le ultime parole che gli ho detto e le ultime che lui ha detto a don Angelo), poco importa. Giovanni ti ha voluto bene e si è fidato di Te e della tua parola per tutta la sua vita e di fronte alla sua morte guardata in faccia consapevolmente.
Questa passione vissuta per Te e per la tua parola affidabile, donala anche a noi, Signore, perché avvolga, motivi e sostenga tutta la nostra vita e le nostre scelte.

Giovanni, adesso che sei presso il Tuo Signore, ora pro nobis! Per la tua sposa Dosolina, per
Annamaria e Federica, per il tuo nipotino Sebastiano e per tutti noi.
Non ti venga in mente di chiedere al Padre Eterno se, per caso, ha bisogno di riordinare l’archivio dell’eternità… Non finiresti più…

Don Franco Roggiani

15 gennaio 2018

Ricordo dell’Arcivescovo

Mi unisco alla preghiera di suffragio e di ringraziamento che raduna molti intorno al diacono Giovanni Visconti e alla sua famiglia. Devo dire la mia gratitudine per l’esempio che ho ricevuto dalla testimonianza del diacono Giovanni per il suo amore per la Chiesa, la sua disponibilità al servizio, la sua cura per la comunione del clero, la sua cordialità e affabilità, il suo spirito di fede nelle prove della vita e della salute. Sono certo che il Signore lo accoglie nella Sua gioia e lo ricompensa nella Sua gloria ed effonde per i suoi familiari e per tutti coloro che lo hanno amato la Sua consolazione.

+Mario Delpini

 Arcivescovo di Milano