Incontro con il professor Pierpaolo Triani – Giovedì diaconale 20 ottobre 2016

Giovedì 20 ottobre si è svolto a Milano il primo dei “giovedì diaconali” di quest’anno con la presenza anche delle mogli.

Il relatore della serata era il professor Pierpaolo Triani (docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza) che ci ha illustrato il tema della “formazione permanente nel ministero e in una  vita cristiana adulta”.

Il fatto che il relatore fosse un pedagogista non mi attirava particolarmente (nella scuola avevo già frequentato corsi con pedagogisti ed erano stati sempre molto “fumosi” ed inconcludenti, a mio giudizio personale) e l’argomento non era dei più semplici, eppure appena iniziato ad argomentare,  i miei pregiudizi si sono dissolti.

Il professore Triani impostando la sua relazione come una riflessione personale sul tema,  mi ha spinto (e penso che questa mia esperienza sia stata comune a tutti i miei compagni presenti) ad “interiorizzare” la sua riflessione.

Subito ha chiarito che il problema non deve essere “cosa facciamo per formarci” ma il “perché ci formiamo o il perché ci dobbiamo formare”.

Il nostro formarci è principalmente un processo personale di risignificazione del nostro essere,  in particolare del nostro essere ministri e in prima istanza del nostro essere persona.

Questa risignificazione  è attuata in quattro tappe fondamentali:

  • dalle nostre esperienze (incontri);
  • da quello che capiamo delle nostre esperienze (intelligenza);
  • dal giudizio che formuliamo;
  • dalle scelte che facciamo.

Formarsi da adulti è in definitiva diventare responsabili di queste quattro tappe che coinvolgono tutto il nostro essere.

La formazione permanete aiuta a prenderci cura delle nostra persona, a migliorare la qualità delle nostre relazioni e ad aprirci verso gli altri.

Per chi, come noi diaconi, ha risposto consapevolmente alla propria vocazione, risulta essere doveroso e giusto curare bene questa dimensione, per questo il professore Triani ha poi spiegato che questa formazione ha bisogno di tre conversioni:

  1. conversione intellettuale: capire che capire non è vedere. La realtà è più profonda di quello che si vede, rimanda a significati profondi. Non si deve chiudere l’intelligenza, né il giudizio prima di leggere e informarsi. Dobbiamo essere tesi all’Ascolto.
  2. Conversione morale: capisce la distinzione tra bene individuale, bene comune e valore che non sempre coincidono. Dobbiamo essere tesi al discernimento.
  3. Conversione affettivo religiosa: sono preso da un valore ultimo che si presenta a me come amore. Innamoramento di un amore assoluto: l’uomo amato fa esperienza di essere amato e dell amabilità della vita.

Anche in questo caso la formazione permanente aiuta a custodire queste tre conversioni che non sono mai definitive.

Il relatore ha poi aggiunto tutti gli aspetti del come si deve fare la formazione dividendoli in momenti formali, non formali e informali, cioè nella quotidianità.

Anche il momento di scambio e il dibattito è risultato molto concreto con il professore che è sempre riuscito a cogliere il nocciolo della questione e a renderlo concreto e affascinante.

In conclusione il professor Triani è riuscito, nel mio caso, (ma penso anche per tutti gli altri) a risignificare l’annosa questione per noi diaconi della necessità di una formazione permanente e ha dato interessanti spunti ai nostri responsabili per rivedere e ripianificare le modalità del tutto.

diacono Cristian Greco