Incontri con i Vicari di Zona 2023

Nel mese di febbraio, i diaconi hanno vissuto l’annuale incontro nelle diverse Zone pastorali con il rispettivo Vicario. La riflessione ha avuto come riferimento il Discorso alla città pronunciato dall’Arcivescovo il 6 dicembre 2022, dal titolo: “E gli altri? Tra ferite aperte e gemiti inascoltati: forse un grido, forse un cantico”. In particolare, i ricchi e molteplici contenuti del discorso sono stati raggruppati nei tre capitoli che l’Arcivescovo stesso ha indicato: l’“elogio dell’inquietudine”, in riferimento alle paure della gente in questo tempo; l’“elogio del realismo della speranza”, in relazione ai temi della solidarietà e della fraternità, della testimonianza degli adulti nei confronti dei giovani, della sofferenza, della ingiustizia e della pace; infine, l’“elogio della politica”, sulla ricerca del bene comune e gli spazi di partecipazione alla vita civile.

Le tematiche, poco “ecclesiastiche” e molto inclinate verso il rapporto della comunità cristiana con la società civile, hanno permesso ai diaconi di testimoniare la loro presenza nei luoghi della vita quotidiana, a contatto con le fatiche e la voglia di speranza delle persone. Nelle diverse zone, e con diversi accenti dovuti ai contesti diversi per es. della città di Milano piuttosto che delle Valli varesine o della Brianza o della Bassa milanese, sono emerse molteplici problematiche: dalle inquietudini dei giovani alla questione educativa, dai drammi della solitudine ai canali attraverso cui passa la solidarietà, dall’emergenza abitativa ai cambiamenti nel mondo del lavoro, dalla cura per le persone anziane e ammalate ai percorsi di giustizia riparativa per chi ha sbagliato. Aspetti diversi della società e della cultura contemporanee, momenti del vissuto quotidiano rispetto ai quali i diaconi vivono una prossimità autentica e interrogante, che riconosce nel Vangelo una risposta luminosa e che incoraggia a coltivare la fiducia.

Forse davvero abbiamo bisogno di lasciare di più alle nostre spalle molte questioni “domestiche” di piccolo cabotaggio e di alzare lo sguardo ad una umanità che ci è compagna di cammino e che invoca la presenza di una Chiesa che sia, senza retorica e con molta verità, madre e sorella.