Giovedì Diaconale al Refettorio Ambrosiano

 

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Un luogo di carità vissuta in diocesi

L’incontro del “giovedì diaconale” del mese di gennaio si è svolto presso il Refettorio Ambrosiano, realizzato nei locali della parrocchia di S. Martino presso il quartiere Greco a Milano. Il parroco don Giuliano Savina e il dott. Luciano Gualzetti, vicedirettore della Caritas Ambrosiana quale referente dell’iniziativa, hanno descritto come è nata l’idea e come si è sviluppata.

Don Giuliano ha raccontato la sua comunità cristiana in Greco descrivendo le gioie e le fatiche che il contesto di quel quartiere vive. È necessario precisare che è un quartiere di periferia e che vede la presenza di due esperienze significative di accoglienza, la casa di Fratel Ettore e una comunità di religiose, ma ciò nonostante si notava la necessità di porre in essere dei segni di una pastorale ordinaria che potessero risvegliare gli animi e i cuori un po’ assopiti di una buona parte dei parrocchiani.

La parrocchia che stava già vivendo la fatica di una ripartenza anche in termini economici, visto che le finanze erano carenti e che comunque si rendeva necessario mettere mano alle strutture un po’ fatiscenti, all’inizio del 2015 riceveva la proposta di Caritas Ambrosiana di realizzare presso i suoi locali un luogo per offrire un pasto caldo al giorno alle persone bisognose.

L’idea era partita da uno dei migliori chef al mondo che, lasciatosi provocare dall’evento di EXPO 2015, si era recato dall’Arcivescovo proponendo di offrire gratuitamente per tutta la durata di EXPO le sue prestazioni professionali, per cucinare quotidianamente il cibo che i diversi luoghi di ristorazione in EXPO avrebbero avanzato perché invenduto e, anziché buttarlo nella spazzatura, cucinarlo ed offrirlo gratuitamente alle persone bisognose.

La proposta venne accolta con entusiasmo ma anche con qualche timore da parte dei responsabili di Caritas Ambrosiana, perché se da un lato offriva una grande opportunità nel porre un segno di carità importante, dall’altro lasciava intravedere una serie di importanti difficoltà come ad esempio l’individuazione e la ristrutturazione del luogo, le attrezzature, la gestione, il personale, ma in particolare il problema di dare continuità a questa iniziativa dopo EXPO perché potesse durare nel tempo e restare un segno di carità permanente nella città perché: «I poveri infatti li avete sempre con voi e potete far loro del bene quando volete, ma non sempre avete me» (Mc 14,7). Non era possibile illudere le persone che per qualche tempo più o meno lungo qualcuno si sarebbe occupato di loro e poi abbandonarli nuovamente al loro destino, talvolta addirittura peggiore di prima.

A partire da questo scenario, quindi, ecco la fatica di pensare e mettere in atto le strategie necessarie per coinvolgere persone che potessero diventare risorse nel prestare la loro opera a servizio dell’iniziativa ed anche chi potesse reperire risorse economiche per realizzarla. La proposta è stata veicolata a figure celebri del mondo del design, ad altri chef di grande fama, alla grande distribuzione e ad artisti e architetti perché il Refettorio Ambrosiano doveva essere un luogo dignitoso, bello e accogliente. La risposta è stata notevole e generosa, così il Refettorio Ambrosiano è stato realizzato ed è diventato funzionante dall’inizio di EXPO 2015.

Per dare continuità alla lodevole esperienza che ha dimostrato di funzionare in maniera egregia, lo chef Massimo Bottura ha concordato con Caritas Ambrosiana di formare due cuochi tra i volontari così che potessero a loro volta essere in grado autonomamente di cucinare le derrate alimentari che ogni giorno continuano ad essere donate al Refettorio Ambrosiano.

Oggi il Refettorio ha una capienza di 96 posti e offre ogni giorno, dal lunedì al sabato, una cena completa alle persone bisognose che si presentano. La media giornaliera è tra gli 80 e i 90 coperti circa. L’accesso per usufruire del servizio avviene mediante un colloquio previo con il servizio di Caritas Ambrosiana che valuta ogni singolo caso e ne attribuisce la priorità di accesso. Gli ospiti sono persone di qualunque nazionalità e provenienza ed in alcuni casi anche persone della parrocchia dove ha sede il Refettorio, che mostrano delle difficoltà oggettive anche nella semplice gestione dell’economia domestica e di conseguenza non sono in grado di gestirsi nella vita quotidiana.

Il periodo consentito ad ogni singolo ospite per accedere al servizio del Refettorio è mediamente di 3 mesi continuativi e alla scadenza viene data l’opportunità di usufruire del servizio a chi è in lista d’attesa. Per alcune situazioni particolarmente critiche esiste la possibilità che il periodo possa continuare anche dopo il termine previsto di 3 mesi.

La gestione dalla fine dell’EXPO è effettuata in totale autonomia da Caritas Ambrosiana con un suo responsabile, il quale si avvale del lavoro di 90 volontari circa tra chef, camerieri, inservienti e addetti di cucina.

Il giorno di chiusura è la domenica ed è la giornata dedicata ai gruppi che fanno richiesta di pranzare al Refettorio Ambrosiano per contribuire economicamente al suo sostentamento e per conoscere direttamente e nel dettaglio questa felice iniziativa di carità.

Personalmente posso affermare che la Grazia sorprende sempre e anche in questo caso sono rimasto positivamente colpito dalla modalità con la quale l’esperienza è stata proposta e realizzata e come ci si sia preoccupati in modo molto serio della vita delle persone e non di sfruttare tutto questo per una pubblicità in modo effimero e la dimostrazione di questa affermazione è che la prima preoccupazione fu quella di dare continuità in un tempo senza limite a questo dono di carità.

Vorrei concludere con un augurio che spero diventi un obiettivo. Un confratello nel diaconato nel suo intervento in modo un po’ provocatorio affermava: “Non dovrebbe esistere il giorno di chiusura del Refettorio visto che io a casa mia mangio tutti i giorni, anche il sabato e la domenica”, ma per fare questo servono maggiori risorse e più volontari.

diacono Umberto Castelli

14 gennaio 2016