Convegno dei diaconi permanenti della lombardia

Il Convegno dei diaconi permanenti della lombardia si è svolto sabato 22 aprile 2017 a Cremona. Depliant completo-Convegno dei diaconi 22.04.2017-2

I diaconi e i  formatori sono stati invitati a  riflettere sul tema del rapporto tra ministero e lavoro partendo da alcune semplici domande:

Come il diacono vive nel mondo del lavoro?

Come viene arricchito dall’esperienza lavorativa e come ne è influenzata la dimensione pastorale?

Come è cambiato e cambia il mondo del lavoro?

Vi proponiamo l’omelia di Sua Eccellenza Mons. Antonio Napolioni, Vescovo di Cremona, alla celebrazione eucaristica:

Stiamo certamente celebrando una giornata importante per la chiesa di Lombardia, un’eucarestia particolare, l’eucaristia a più alta densità diaconale in un anno nella nostra regione. Una eucaristia dunque che esprime la fecondità delle radici antiche dell’esperienza cristiana, la scoperta del diaconato come grado stabile permanente necessario alla pienezza della vita della Chiesa, ma anche una eucaristia che sa di futuro perché è appena iniziata questa riscoperta, e dunque vi si chiede non solo di servire ma di essere segno, di essere stimolo, di essere testimonianza affascinante e umile del Cristo servo degli uomini in ogni tempo, in ogni cambiamento possibile della storia.

Il servizio custodisce una sua perenne attualità; qual è il segreto? il segreto è quello che ci unisce tutti al di là di ogni diversità di ordine e ministero, di vocazione o di missione, il legame con il Signore, il rapporto con il Signore. La mia riflessione oggi è stata subito catalizzata infatti da questa espressione: “li riconoscevano come quelli che erano stati con Gesù”, una sorta di nome degli apostoli in senso stretto, dei cristiani in senso ampio.

Sappiamo che il Vangelo di Marco stesso, quando racconta la chiamata dei Dodici dice: “chiamò a sé quelle che egli volle perché stessero con lui”, “ne costituì 12 perché stessero con lui e per mandarli a predicare”. E proprio per questo primato della comunione con Cristo nella preghiera, nell’ascolto della Parola, poi gli apostoli pensarono di farsi integrare, aiutare dai diaconi, ma non solo in maniera strumentale per lavorare di meno, per essere meno confusi, distratti, ma per far assaporare a tutti la fecondità di quello stare con Gesù che, come coglieremmo anche nel linguaggio corrente, è relazione d’amore, è tempo perso con il Signore, per lo stupore di essere pensati, guardati, amati da lui come amici: “non vi chiamo più servi” in senso strumentale, “ma vi ho chiamato amici”. E’ questo fascino dell’amicizia che ci fa dire: “sì ti servirò”, “servirò la Chiesa”, “servirò i fratelli”, perché è dono d’amore, è esperienza di comunione, è il nostro vostro modo di stare con Gesù.

Ma non basta stare con Gesù nell’intimità del raccoglimento, della meditazione della preghiera, c’è anche da stare nel mondo, siamo mandati nel mondo, il Vangelo di Marco si conclude con questa missione: “andate in tutto il mondo”, e in genere lo pensiamo in termini geografici, gli estremi confini della terra, gli altri popoli. Dobbiamo credo accogliere invece questo invito anche in termini qualitativi, andate in tutte le realtà del mondo, per questo è importante che ci siano ministri come voi, non metà preti e metà no, come già ci ha ricordato Papa Francesco, ma capaci di stare nel mondo, di servirlo e animarlo, di vivere anche il lavoro, la famiglia, la laicità con questa speciale appartenenza al Signore, sacramentale comunione con lui, e dunque ci saranno sempre pezzi di mondo da esplorare, da servire ulteriormente. E solo nel dialogo crescente tra vescovi, presbiteri, diaconi e tutti gli altri membri della comunità cristiana, in quel discernimento comunitario che stiamo cercando di imparare come modello di Chiesa, il mondo si sentirà capillarmente ascoltato, interpretato, giudicato, servito, salvato.

Concludo con un ultimo particolare: ci sono delle spose, ci sono delle sorelle, sorelle credenti, e dobbiamo declinare al femminile tutto questo, non necessariamente sbrigandoci ad avere vescove, sacerdotesse e diaconesse, ma sbrigandoci ad avere testimoni del Risorto. Il primo giorno dopo il sabato Gesù apparve prima a Maria di Magdala questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto.

Dunque c’è una priorità della donna, è la priorità di Maria, che non usiamo per mettere le donne in un cantuccio, perché non parlino nell’assemblea ma che riscopriamo come capacità di fede e di attaccamento tale al Signore risorto da essere voi donne custodi di un segreto di Dio per la Chiesa, per questa Chiesa fatta di quelli che erano stati con lui e che… l’hanno tradito, l’hanno rinnegato, non ce l’hanno fatta e sono ancora in lutto e in pianto, non so chi piange di più, in genere si dice che le donne sono più resistenti al dolore, più capaci di portare il peso della vita, per questo abbiamo bisogno che voi stiate al nostro fianco per evitare che una Chiesa solo al maschile si deprima per i suoi scarsi successi, dato che noi uomini abbiamo un po’ la mania dei censimenti e dei bilanci e si scopre invece con l’occhio di una madre che anche un figlio solo merita l’attenzione di una vita e che quando quel figlio è morto la risurrezione è tutto ciò che attendiamo, e quando quel figlio è risorto lì tutto ricomincia perché voi ci ricordate che il grembo della Chiesa è sempre vivo.

E allora godiamoci la bellezza dell’essere una Chiesa continuamente cantiere aperto al suo rinnovamento non per il capriccio di qualcuno ma per l’opera dello Spirito e facciamolo insieme in un dialogo costante, attento alla ricchezza che ognuno esprime, ricco di profezie anche di qualcuno che si avventuri lungo sentieri inesplorati, ma poi sempre riportato a quel cuore pulsante che è il cenacolo, la casa comune, l’ascolto reciproco, l’esperienza della pace. Non solo ve lo auguro e preghiamo per questo, ma spendiamoci per questo, sarà il più grande servizio che avremo reso alla nostra Chiesa e al mondo di cui essa è sacramento di unità di salvezza.

 

Sua Eccellenza Mons. Antonio Napolioni

Vescovo di Cremona