Consiglio Diocesano per il Diaconato: una sintesi

In data 23 ottobre 2017 presso la Curia Arcivescovile di Milano si è tenuto l’incontro del CDD. In anteprima credo di fare cosa gradita e non formale a nome dei  diaconi di Milano , nell’esprimere un ringraziamento al nostro Arcivescovo Sua Ecc.za Mons. Mario Delpini che nonostante l’accrescersi degli impegni dovuti alla nomina ha voluto essere presente, a confermare quella passione e vicinanza pastorale “al Diaconato”,  più volte attestata nel suo precedente incarico come Vicario Generale,  che impegna noi tutti a corrispondere con generosità e prontezza a vivere il Ministero affidatoci in una comunione sempre più marcata e costruttiva.

Ottobre: momento di resoconti economici!

Come ogni comunità concreta di persone, anche quella del Diaconato ha bisogno del necessario supporto economico per sostenersi nelle proprie attività e iniziative. Non essendo mio compito esporre nel dettaglio la rendicontazione economica (in sostanza i numeri) presentata dal Rettore ai presenti, mi limito a dire che da questo punto di vista la “cassa diaconale” corrisponde, secondo i dati che ci sono stati forniti, allo scopo per cui è stata istituita.  In sintesi:

ENTRATE: contributi delle Parrocchie presso le quali prestano il loro servizio i diaconi – contributo della Cappellania del Cimitero di Bruzzano – contributo del Duomo per i servizi liturgici – proventi da iniziative di partecipazione dei diaconi.

Alcune osservazioni: Una nota riguardo al contributo delle Parrocchie (dove prestano servizio i diaconi) pari al 59,44% (=85 diaconi); alcune il 20,98% (30 Parrocchie) non hanno contribuito senza segnalare difficoltà economiche o altre giustificazioni, che potevano essere motivo di un eventuale confronto; altre invece hanno corrisposto nonostante segnalazioni di difficoltà, altre ancora hanno versato una doppia quota recuperando l’anno precedente. Una puntualizzazione che non intende essere un giudizio né tanto meno una critica ma solo una possibilità di migliorarsi nella comprensione nella condivisione e nell’equità all’interno della nostra Chiesa Ambrosiana.

USCITE: spese riferibili alle iniziative destinate ai diaconi come contributi spese per i Relatori/Predicatori, pasti, Esercizi Spirituali (parificati poi a bilancio dalle quote pagate dai singoli), spese imputabili al cammino di candidati e aspiranti assimilabili anche qui a quote di rimborso per relatori/predicatori, pasti-pernottamenti, materiali per il cammino formativo ecc.

Sono riportate ad integrazione del bilancio due casse aggiuntive: la cassa della carità diaconale e la cassa regionale del diaconato permanente entrambe in attivo, in particolare la prima è stata e sarà utilizzata per alcune necessità economiche di alcuni diaconi; un breve intervento dell’Arcivescovo ha auspicato che questa cassa mantenga questo scopo come segno di fraternità per i bisogni immediati propri del “corpo diaconale”. Dalla seconda è stata detratta solo una piccola quota per un contributo spese di utilizzo locali; l’ultimo convegno Regionale avendo potuto disporre della generosità di alcuni sponsor non ha attinto risorse dalla stessa. Al termine della presentazione non sono mancati i ringraziamenti per il buon lavoro svolto e l’approvazione unanime del rendiconto.

Don Giuseppe, vista la possibilità offerta dai conti in attivo della cassa diaconale ha proposto un contributo a scopo caritativo (si pensava al fondo famiglia-lavoro od altro da definirsi) come lo spirito ed il carisma del nostro ministero ci suggeriscono, l’Arcivescovo lasciando piena libertà di azione ha consigliato di mantenersi in grado di sostenere le spese dovute, ma di evitare accumuli di cassa eccessivi.

 

La sorpresa dell’Arcivescovo!

Risolti i conti economici, l’Arcivescovo ha voluto anticiparci una bella sorpresa: la sua intenzione di scrivere una lettera ai fedeli per esprimere la sua vicinanza al Diaconato nel XXX anniversario della re-istituzione nella nostra Diocesi. La consegna della “bozza”  ai presenti perché ne esprimessero un parere, un’indicazione o delle semplici valutazioni è segno di condivisione  e umiltà (l’ Arcivescovo sa benissimo cosa e come scriverlo); espressione di sinodalità, argomento “caro” al suo Episcopato, ripreso direi in forma orizzontale nella lettera pastorale quando invita tutti i semplici fedeli a “consigliare il Vescovo” (pag. 18), o verticalmente nell’indicare una possibile permanente formazione comune tra il clero ed i fedeli impegnati nelle realtà ecclesiali a vari livelli (pag.16). Un documento sintetico, che parte dal compito che Papa Francesco ha affidato ai diaconi durante la sua visita Apostolica a Milano in Duomo il 25 marzo 2017 di configurarsi quali “custodi del servizio nella Chiesa”: custodi…..ovvero non coloro che “insegnano il servizio” (vi sono sacerdoti e laici che non hanno dovuto aspettare i diaconi per essere figure di carità), ma persone che nell’ambito delle comunità sappiano tracciare anche in “forme minime” la direzione della dimensione essenziale del servire perché come proseguiva il Papa: «….quanta strada c’è da fare in questo senso». In un secondo passaggio il testo intende affidare alle comunità cristiane alcuni lineamenti della figura diaconale, le condizioni e le premesse intuibili in figure di possibile accesso al cammino di formazione; per poi terminare con un’esortazione alla fiducia nel futuro della Chiesa perché frutto dell’azione dello Spirito unito alla disponibilità di ciascuno a sperimentare l’intensità di una vita vissuta come vocazione.

Noi tutti presenti abbiamo ringraziato per la mostrata sensibilità al diaconato, nello sviluppo e nella comprensione della propria identità nel procedere all’interno della Chiesa evitando di porre l’attenzione a priori solo sul “cosa deve fare” il diacono. Lo sguardo alto non intende umiliare le questioni quotidiane, ma le fa respirare in un ambiente meno occludente. Sono emerse in particolare due valutazioni: don Luca Raimondi ha fatto presente all’Arcivescovo che nei vari passaggi fosse meglio indicato che siano i parroci o altre eventuali figure di riferimento a rivolgersi al Rettore per proporre candidature, evitando le ambiguità dell’autopresentazione. Interessante anche la riflessione del sig. Osvaldo Songini che ha sottolineato la particolarità del cammino di formazione, tempi ed energie per gli studi e gli incontri devono subito fare i conti con le disponibilità personali del candidato non per scoraggiarlo, ma per una esplicita conoscenza di ciò che lo attende.

Il Diaconato oggi: situazione e prospettive

La Diocesi conta, comprendendo le imminenti ordinazioni, 147 diaconi permanenti dei quali l’83% coniugati, distribuiti soprattutto su 5 zone pastorali. Dal mese di settembre 2016 ad oggi (23 ottobre 2017) ci sono stati 14 cambi di destinazione: spostamenti dalla Parrocchia di origine o semplicemente dall’ultima assegnata, due casi di inadattabilità, una ripresa da sospensione temporanea, una variazione dovuta alla realizzazione della Comunità Pastorale; Don Giuseppe ha annotato che nell’anno pastorale trascorso si è verificata una maggiore mobilità rispetto agli anni precedenti; ci si è posti un interrogativo già precedentemente emerso: si potrebbe pensare di indicare nel Decreto di nomina una data di termine dell’incarico? La questione è aperta! Sempre a proposito di nomine: si procederà a richiedere il Decreto anche per coloro che svolgono il servizio del “punto di ascolto” in Duomo, non vuole essere un traguardo burocratico ma la conferma di un “incarico effettivo” conferito ed accettato!

Il 4 Novembre 2017 si aggiungono al “corpo diaconale” 5 nuovi confratelli; ecco le destinazioni: 1 con incarico decanale, 1 nell’ambito dei servizi alla carità, 3 in Parrocchie non coincidenti con la propria di origine o residenza. I diaconi si presentano con un’età media di 63 anni, dei quali 15 superando i 75 anni devono rimettere nelle mani dell’Arcivescovo il loro mandato, le risposte agli interessati si costruiscono sulla base delle situazioni personali che possono presentarsi in maniera differenziata. I contatti (colloqui preliminari dei candidati con il Rettore) intrapresi nel 2016/2017 sono stati 18, 10 in meno rispetto al 2015/2016, una diversa tipologia di soggetti ha però contraddistinto i due anni: più motivati nell’ultimo anno pastorale e quindi accettati, mentre nell’anno precedente più soggetti per diversi motivi hanno dovuto accettare la non idoneità.

Uno sguardo sulla partecipazione agli incontri formativi: domeniche in seminario, giovedì diaconali ecc. ha rilevato l’assenza cronica di alcuni confratelli, si è convenuto sul comprendere le reali difficoltà di ciascuno in alcune occasioni, ma risulta davvero difficile giustificare il “mai”! Anche l’Arcivescovo ha chiesto di tenere aperta la riflessione ponendo due domande costitutive: dove alimenti la tua riflessione sulla fede, di lettura della realtà? Con chi condividi la tua passione-fatica nel Ministero? A proposito di condivisione don Giuseppe ha brevemente riportato alcune osservazioni circa i giovedì decanali suddivisi per zona pastorale: non hanno favorito in gran parte un aumento della partecipazione, il numero ridotto ha permesso maggior affiatamento e meno dispersione, attenzione alla tentazione riemersa nella discussione del lamento e delle critiche ai sacerdoti.

E’ bello all’interno del corpo diaconale rilevare alcune richieste che aiutano a camminare insieme: i candidati coniugati in genere testimoniano la ricchezza del confronto con i loro amici celibi, questo reciproco scambio è interessante e merita attenzione, occorrerebbe avere momenti di scambio tra i differenti stati di vita; sull’argomento è intervenuto anche Don Luca Raimondi citando la sua esperienza personale in Parrocchia con un diacono coniugato, ha spiegato che «ci sono vedute diverse che si completano», ha tenuto a sottolineare come matrimonio e celibato che hanno un “unico centro affettivo” possono sollecitare  nelle relazioni all’interno delle comunità cristiane occasioni di nuove aperture. Il suo intervento ci ha permesso di conoscere due testi molto interessanti che riprendono brillantemente la “reciprocità di comprensione” tra stato celibatario e matrimonio per mano di Don Tonino Bello il primo e di Enzo Bianchi il secondo, i due interventi verranno pubblicati su questo nostro sito.

Don Maurizio Pessina ha ripreso, intervenendo, la continua necessità di conoscenza tra sacerdoti e diaconi, la diffusione e la consultazione del nuovo direttorio quale strumento dedicato e mirato; in aggiunta la possibilità di una visione pratica esperienziale attraverso la pubblicazione che raccoglie gli articoli della “Fiaccola” e distribuita in occasione del XXX anno di reintroduzione del Diaconato. E’ riemerso un interrogativo già incontrato: potrebbe risultare utile un diacono collaboratore del Vicario di Zona per eventuali incontri periodici o su richiesta, con i diaconi in vista di cambi, difficoltà ecc… nell’intento di accorciare le distanze? La questione è aperta!

Il convegno del XXX ci ha aiutato a…..

In breve alcune puntualizzazioni di don Giuseppe per rileggere il convegno in alcuni suoi tratti da poter esplorare e approfondire.

  • L’intervento di Mons. Tullio Citrini ci ha presentato il diaconato come una scommessa partita dal post-Concilio, i tratti di una figura ecclesiale agile nelle destinazioni, con buona disposizione alla capacità di adattarsi. Occorre la dovuta distinzione tra le disposizioni generali e complessive e le situazioni personali dove si incontrano nomi, volti, storie precise. Attenzione ai micro-servizi perché non si riducano a semplici segretariati o simili.

2-  Una presenza che nel corso di questi anni ha cercato un’immagine di sé sempre più precisa: fede-servizio-carità- formazione esigente al Ministero e dentro il Ministero.

  • Buona tensione positiva a costruirsi evangelicamente e non clericalmente, discernimento in riferimento ad umanità limpide sollecite ad incoraggiare il laicato nelle sue possibili forme di Ministeri o incarichi.
  • Immagine di comunione, emersa in una testimonianza, inserito nel Ministero Ordinato e impegnato a coniugare altare e strada, collaboratore nel formare una comunità alla carità.
  • Il tema del servizio (Papa Francesco in visita a Milano) fa bene, ci ha ricordato don Maurizio Pessina, ai presbiteri e ai Vescovi. L’intervento di un altro diacono ci ha raccontato il come vivere insieme ai poveri evitando forme di paternalismo.
  • La testimonianza di Cristina, moglie di un diacono ha presentato la relazione coniugale interrogata dal Ministero; l’attivazione di un “nascondimento calibrato” dosato rispetto ad una misura che non diventi umiliante; cura degli atteggiamenti del marito perché non scivoli in derive clericali; la non esclusione delle difficoltà dalla vita matrimoniale affrontate con speranza cristiana.
  • La ripresa, sempre da parte di don Maurizio, della necessità della cura e scelta delle vocazioni da parte dei presbiteri; interessante l’iniziativa di Crema che in diverse domeniche ha chiamato i diaconi permanenti a predicare durante le S. Messe festive.
  • Chiamiamola la “profezia del diaconato” ovvero: lavoro e Ministero; siamo partiti quest’anno nel convegno regionale a considerare l’argomento, tanta strada ci attende in questo senso!

 

                                                                                                Diacono Emanuele Ferrari