Consiglio Diocesano per il Diaconato – ottobre 2018

CONSIGLIO DEL DIACONATO DEL GIORNO 22 OTTOBRE 2018

All’inizio dell’incontro il Rettore don Giuseppe ha presentato i nuovi membri del Consiglio; ha ricordato innanzitutto la scomparsa il 17/6 u.s. del diacono Pietro Di Carlo (ordinato il 6/10/2002), ultimo di una serie consistente di diaconi mancati negli ultimi venti mesi, e della signora Lucia, moglie del diacono Stefano Orfei. Con l’occasione è stata menzionata anche la scomparsa, la scorsa estate, del diacono Franco Antonioli che nel 2008, su propria richiesta, era stato esonerato dagli obblighi conseguenti all’esercizio ministeriale.

Don Giuseppe ha presentato poi la RELAZIONE FINALE DELL’ANNO PASTORALE 2017-2018.

  1. Con le ordinazioni del 10/11/2018 i diaconi permanenti saranno 152 dei quali 125 coniugati (l’82 per cento), 22 celibi e 5 vedovi.
  2. Dal settembre 2017 all’ottobre 2018 ci sono state 20 variazioni di destinazione sebbene non tutte significative trattandosi per la maggior parte di adeguamenti conseguenti all’istituzione di una Unità o Comunità Pastorale.
  3. Dalle prossime ordinazioni, secondo quanto, tra l’altro, discusso in questo Consiglio nel maggio scorso, gli ordinandi riceveranno un incarico a termine di cinque anni; circostanza questa che comporterà una responsabilizzazione sia dei diaconi che delle comunità di destinazione in quanto, al termine del quinquennio, si terrà un momento di verifica che richiederà sempre un nuovo decreto di nomina da parte dell’Ordinario anche qualora l’incarico prosegua nel medesimo ruolo.
  4. Si è sottolineato da parte del Rettore come l’Arcivescovo tenga particolarmente alla figura del “segretario del decanato” ragione per cui si auspica che un paio di queste ultime destinazioni possano concretizzare un incarico di questo tipo. Sino ad ora c’è un solo caso: quello di Thomas Lyden nel decanato di Bollate ma, in considerazione dell’aspirazione di S.E. Msg. Delpini, è ovviamente intenzione di fare il possibile per rendere concreta questa nuova responsabilità.
  5. Don Giuseppe sul punto “destinazioni” ha osservato come persista una certa fatica nel determinarle soffrendo pertanto di una certa carenza d’immaginazione nel pensare l’impiego dei diaconi permanenti, soprattutto nell’individuare spazi nuovi ancora inesistenti finalizzati non a trovare comunque un posto al ministro bensì a fornire un’opportunità alla figura diaconale chiamata provvidenzialmente a porre in atto nuove iniziative pastorali sin ora impensabili.

Questa considerazione del Rettore ha dato l’avvio ad una interessante discussione nella quale è emerso come, in presenza di una diminuzione di sacerdoti e di conseguenti esigenze pastorali inappagate, sia incongruente non essere in grado d’impiegare appieno tutta la potenzialità che può offrire il corpo diaconale, tenuto ovviamente conto del tempo disponibile di ciascun ministro.

Msg. Valagussa, responsabile per il diaconato permanente, ha auspicato come anche in sede di destinazioni dei diaconi bisognerebbe cogliere le esigenze nuove emergenti nei cambiamenti delle nostre comunità ed essere in grado di immaginare come esse potrebbero essere tra qualche anno in presenza, tra l’altro, di un corpo presbiterale sempre più anziano. Si tratta perciò di avere più coraggio nell’immaginare non tanto delle nuove pastorali da affidare ai diaconi ma quale potrebbe essere il vissuto delle nostre comunità cristiane ed in tale contesto, di conseguenza, il ruolo del prete e del diacono ma non solo: anche il ministero laicale non potrà essere sottovalutato. In tale ottica si rende pertanto urgente far crescere la conoscenza e la stima della figura diaconale anche fra i laici; circostanza questa che potrà realizzarsi tuttavia solo nella misura in cui saremo in grado di ripensare a quale volto di chiesa saremo chiamati a vivere. Se sapremo compiere questo sforzo, automaticamente troveranno spazio e giusta collocazione tutte le figure ministeriali, vecchie e nuove (fra cui ovviamente il diacono) chiamate a servire la Chiesa. Il problema allora non è quello di fare un po’ di posto ai diaconi bensì di che cosa abbisognano oggi le nostre comunità cristiane per confessare la Pasqua di Cristo.

  1. Per quanto riguarda gli Aspiranti ed i Candidati è stato reso noto che:
  • in formazione ci sono 32 persone di cui 13 candidati e 19 aspiranti (di essi 5 sono celibi);
  • gli accoliti (ovvero i candidati all’ordinazione del 2019) ammontano a 3,
  • 9 sono gli aspiranti che, nel settembre 2018, hanno iniziato la formazione.

Per ciò che concerne i contatti propedeutici all’inizio del cammino di preparazione è stato segnalato come si siano presentate 17 persone nel periodo intercorrente dal 1/9/2017 al 31/8/2018. Esse sono state 18 dal 1/9/2016 al 31/8/2017 e 28 dal 1/9/2015 al 31/8/2016.

Il Rettore non ha mancato di rilevare la progressiva, seppur sensibile, diminuzione del loro numero ma nel contempo anche la migliore qualità degli interessati; circostanza questa suffragata dal fatto che una buona percentuale di essi ha proseguito nel successivo discernimento.

  1. In merito alla formazione scolastica è stato segnalato che i nuovi laureati in Scienze religiose nell’anno pastorale 2017-2018 sono stati 6 e che, entro il 31 dicembre 2018, altri 3 diaconi conseguiranno la laurea triennale. Questo porterà, alla fine del corrente anno solare, a 30 il numero dei diaconi in possesso di un diploma di laurea in Scienze religiose. Questi 30, sommati ai 14 diaconi in possesso del vecchio titolo quadriennale di Magistero, ai 5 in possesso di Baccellierato ed ai 2 licenziati in Teologia, porterà ad una percentuale del 33 per cento i diaconi con un titolo di studio in Teologia od in Scienze religiose; circostanza questa che qualifica il corpo diaconale ambrosiano.

Il Rettore a questo riguardo ha reso noto che, aderendo alle indicazioni suggerite dal Consiglio nella seduta dello scorso 4 maggio, a decorrere dal corrente anno accademico 2018/2019 è attivato il principio secondo cui le spese per le iscrizioni ai corsi in Scienze religiose sono a carico della Cassa del Diaconato per tutti i candidati (ovvero per coloro che hanno fatto il rito d’ammissione) e per tutti i diaconi che ancora sono tenuti a completare il curriculum scolastico.

  1. Relativamente all’assemblea dei diaconi del 20 ottobre u.s. il Rettore ha evidenziato l’apprezzamento del corpo diaconale per l’intervento dell’Arcivescovo che, nel riprendere le domande dei partecipanti, ha applicato alla condizione diaconale il tema dell’arte del buon vicinato soffermandosi in particolare sullo stile del ministero ed il rapporto fra quest’ultimo ed il ruolo. L’invito dell’Arcivescovo, a questo proposito, è stato quello di evitare, nell’assumere il ruolo ministeriale, atteggiamenti “clericali” (come ad es. l’accentramento o l’asprezza nel rapportarsi con gli altri) ma di coltivare un tratto comportamentale mansueto e di servizio tipici dell’ufficio diaconale.
  2. Il Rettore ha anche richiamato l’importante lavoro svolto dai diaconi nell’ambito del Sinodo Minore che è stata anche un’occasione di confronto sebbene a volte faticoso. Tuttavia l’esperienza si è dimostrata una prima occasione in cui il corpo diaconale ha potuto esprimersi formalmente attraverso l’elaborazione di un documento inviato poi alla Segreteria del Sinodo.

Circa il cammino pastorale dell’anno 2018-2019 don Giuseppe ha messo in luce che esso toccherà tre temi, in particolare:

  1. a) su sollecitazione dell’Arcivescovo (che ne ha, tra l’altro, trattato a Seveso nel proprio intervento dell’ottobre 2017 in occasione della celebrazione del 30° del ripristino del diaconato permanente in diocesi) quello del “diacono, uomo di preghiera e maestro di preghiera” che verrà affrontato nei pomeriggi dei ritiri di Avvento e Quaresima a Venegono;
  2. b) la destinazione dei diaconi a tempo determinato;
  3. c) la cura dei diaconi anziani e malati affinché non si sentano emarginati ed esclusi dalla rete di fraternità del corpo diaconale. Si avverte infatti l’opportunità di disporre di figure diaconali che siano in grado di affiancare il Rettore in questa ottica di fraternità per rendere tangibile la vicinanza di tutti i confratelli diaconi.

Il Rettore ha infine avvertito che il Convegno dei diaconi lombardi, che si terrà a Seveso il prossimo 27 aprile, metterà a tema il rapporto tra il ministero diaconale e la famiglia al fine di ragionare sulle ricadute concrete del diaconato nella vita coniugale e familiare. Il diacono Roberto De Capitani coordina una commissione composta dai rappresentanti dei diaconi delle singole diocesi lombarde, commissione che è già al lavoro.

 BILANCIO ECONOMICO 2017-2018

Si è osservato che il dato più significativo è il contributo delle parrocchie di apostolato. Tuttavia all’appello mancherebbe ancora il 40% degli enti o delle parrocchie che non hanno corrisposto alcunché; bisogna però considerare che da diversi di essi non ci si può aspettare nulla in quanto o non possiedono una cassa propria (vedasi p. es. il carcere) oppure sono parrocchie con la presenza di diaconi inattivi (per raggiunti limiti d’età od altro).

diacono Marzio Consonni